Lago Fucino
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Sulle tracce del lago scomparso: il Fucino

I primi di ottobre abbiamo avuto modo di fare un’escursione ricca di storia e di bellezze artistiche e paesaggistiche, sulle tracce di un lago scomparso. In compagnia di alcuni membri dell’associazione Aspherya, abbiamo visitato i paesi di Pescina, Ortucchio ed Alba Fucens, che una volta si affacciavano sulle rive del Lago Fucino.

La nostra escursione è stata di un giorno solo ma per una bella visita sarebbe bello dedicare loro più tempo.

Pescina ha diversi edifici storici ed anche se molto vicini tra loro, vi suggerisco di fare una visita guidata, così da scoprire molte cose sulla vita di Ignazio Silone e del Cardinale Mazzarino.

Ad Ortucchio si possono visitare il Castello Piccolomini ed il santuario di Sant’Orante, una piccola chiesetta nel centro del paese;

Alba Fucens, infine, è un’antica città romana nei cui resti potrete passeggiare tranquillamente, delimitato da un gigantesco anfiteatro ancora intatto. Dalla collina dove è situata la Chiesa di San Pietro in Abe, ex Tempio di Apollo, c’è una vista mozzafiato ed il tutto è sovrastato dal medievale Castello Orsini.

Per arrivare a Pescina dovrete prendere l’autostrada A 24. Avvicinandoti al paese ti rendi conto di due cose fondamentali: la prima, è che sei in montagna e fa un freddo pazzesco (anche a settembre)! La seconda è che lo spettacolo è mozzafiato. Di fronte a te, infatti, trovi una immensa pianura della quale sembra non doversi vedere la fine, incoronata da possenti vette sulle quali si incastonano piccole torri e castelli: la conca del Fucino.

Ma facciamo una piccola digressione.

IL LAGO FUCINO

Questi tre paesi hanno fondato la loro passata fortuna su un unico elemento comune: il Lago del Fucino. E’ stato il terzo lago più grande d’Italia ma con diverse peculiarità che ne hanno delineato il burrascoso passato. Il lago veniva alimentato da un grande immissario, il fiume Giovenco, e da tanti altri piccoli corsi d’acqua montani; non aveva, invece alcun emissario, o almeno, nessuno… visibile. Già, perché l’acqua del Fucino spariva nel sottosuolo, nascondendosi in diversi inghiottitoi naturali, di cui il più grande era chiamato Os Pitoniae, sito vicino quella che oggi è “Petogne”, una frazione di Luco de Marsi.

Da ciò nascevano tutti i problemi degli abitanti della marsica. Fin dai tempi degli antichi romani, infatti, il lago risentiva degli eventi atmosferici che colpivano i suoi immissari. Se questi andavano in piena, il lago si innalzava, inondando intere città e provocando morti e distruzione; se gli immissari erano in secca, il lago si abbassava paurosamente, lasciando dietro di sé acquitrini e malaria.

Antiche battaglie navali

Il primo a cercare di porre rimedio a questi problemi fu Caio Giulio Cesare. Lui avviò un progetto per recuperare ampie zone di terre coltivabili, cercando di far defluire il lago verso il fiume Liri. Fu solo con l’imperatore Claudio, però, che venne realizzato uno dei più grandi interventi idrici della storia.

Claudio si adoperò per creare un’opera mastodontica, ovvero un emissario sotterraneo artificiale, così da impedire le inondazioni e mantenere stabili le acque del lago. L’acqua venne fatta defluire verso un sistema di vasche, il cosiddetto Incile, e da qui, attraverso una galleria sotterranea lunga circa cinque chilometri, sotto il Monte Salviano ed i Campi Palentini, finiva nel fiume Liri, nei pressi di Capistrello.

Per festeggiare l’evento, l’imperatore organizzò una delle naumachie più imponenti di sempre (per la serie: se una cosa la devi fare, falla bene!). Più di 100 navi e 19.000 condannati a morte si  affrontarono in un’epica battaglia navale.

I morti furono così tanti che le acque del lago si tinsero di rosso e lo rimasero per giorni. Ed è sempre qui che, per la prima volta nella storia di Roma, questi condannati salutarono l’imperatore urlando “morituri te salutant”.

Anche gli imperatori Traiano ed Adriano apportarono alcune migliorie, abbassando il livello dell’acqua e liberando terre circostanti, adibendole all’agricoltura.

Lago Fucino
Incile – Avezzano – Ph Marica Massaro – Wikipedia

L’opera funzionò per molti secoli, ma dopo la caduta dell’impero nessuno si preoccupò più di manutenere pulita ed attiva la struttura, fino a che non si ostruì del tutto, anche a seguito di diversi crolli dovuti ai terremoti avvenuti tra il 484 ed il 508 d.C. La struttura andò progressivamente in disuso e così, ben presto, il livello dell’acqua tornò al suo regime naturale, e le imprevedibili esondazioni tornarono a danneggiare le città rivierasche.

Fu solo dopo molti secoli che i Torlonia iniziarono un’opera di prosciugamento senza eguali, rimettendoci gran parte del loro patrimonio.

I lavori iniziarono nel 1854 e terminarono nel 1878. Da quel momento in poi, la piana del Fucino divenne una zona interamente coltivabile ma di proprietà dei Torlonia. Dobbiamo aspettare il 1951, con la riforma agraria, per vedere le terre assegnate ai contadini. Ed è così che è cambiata la storia di un territorio, da zona lacustre ad ampio territorio agricolo.

Ancora oggi, intorno al lago, si possono scorgere i resti delle torri di avvistamento costruite dai romani per controllare le coste del lago. Le torri comunicavano tra loro con giochi di specchi e fuochi, ed alcune leggende narrano di come queste fossero tutte collegate attraverso un intricato diramarsi di cunicoli segreti, che permettevano ai soldati di correre da una parte all’altra senza essere visti, pieni di trabocchetti e, forse, di qualche misterioso tesoro.

La più visibile, quella di Pescina, la possiamo ammirare appena usciti dall’autostrada, scendendo verso il paese. La Torre venne inglobata nel castello fatto costruire da Federico II di Svevia, poi passato, nel 1571, ai Piccolomini. Ad oggi, del castello rimangono solo due torri.

Anche la Torre di avvistamento romana di Ortucchio fu inglobata in un ulteriore castello dei Piccolomini, mentre le altre le potete scorgere tutte intorno a quello che era il vecchio lago.

Sul lago dominava, però, su tutti, il più importante dei castelli: “il” Castello Piccolomini, ovvero il Castello di Celano. Un meraviglioso castello a base quadrata, con le quattro torre sistemate perfettamente sui punti cardinali, sormontati da una merlatura ghibellina.

Al suo interno sono stati sistemati, dopo la ristrutturazione avvenuta a seguito del terremoto del 1915, la collezione Torlonia ed il Museo d’Arte Sacra della Marsica. Il castello è circondato da mura fortificate, alternate da torri circolari, e troneggia su tutta la piana del Fucino.  Si può solo immaginare il paesaggio che si poteva rimirare una volta da lassù, quando sul lago si riflettevano luna e stelle.

Lago Fucino
Veduta Castello di Piccolomini – Celano – AQ

Appena dopo Celano c’è, infine, Alba Fucens, nel territorio di Massa D’Albe. Contesa tra Aequi e Marsi, divenne una colonia romana nel 303 a.C., fino ad essere totalmente distrutta dai saraceni intorno all’anno 1000 d.C..

Deve il suo nome alla sua posizione, infatti “alba” significherebbe altura. Sulla collina più alta inoltre, si poteva ammirare il sorgere del sole sul lago, ed è per questo che si edificò lì il Tempio di Apollo, il dio del Sole. Alba aveva due colline e due templi su ognuna ma, purtroppo, del secondo non vi è rimasta alcuna traccia. Sui resti del primo tempio, invece, è stata costruita la Chiesa di San Pietro in Abe, da cui ancora oggi si può ammirare uno spettacolo meraviglioso.

Se vuoi avere un’idea del paesaggio lacustre, ricordati di passare al Louvre, dov’è esposta la tela del pittore francese Jean-Joseph-Xavier Bidauld: “Vue de la ville de Avezzano, au bord du lac de Celano, royaume de Naples”, o al MET, il Metropolitan Museum of Art di New York dove c’è un’altra sua tela “Lac Fucino et les montagnes des Abruzzes”, dipinti mentre attraversava l’Italia per il suo “Gran Tour”.

Altri artisti stranieri rimasero affascinati da questi luoghi.
Edward Lear realizzò dei bozzetti del Castello di Celano e riportò le sue sensazioni nel libro “Appunti illustrati del viaggio in Italia” mentre Alexander Dumas scrisse il libro “La Marsica e il Fucino in una cronaca di viaggio a metà Ottocento”.

Se vuoi approfondire questi argomenti troverai questo ed altro sui tanti siti marsicani che ci sono online. Io suggerisco questo: www.terremarsicane.it

Per scoprire qualcosa in più su alcune delle cittadine di cui abbiamo parlato, continua a seguirmi nei prossimi articoli.

Pescina

Ortucchio

Alba Fucens

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