Olismo discipline olistiche
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Olismo e discipline olistiche

Avete mai sentito parlare di Reiki, di Aromaterapia o di Campane Tibetane, domandandovi cosa fossero o a cosa servissero?

La risposta è semplice, sono discipline olistiche. Oggi vi parlerò un po’ dell’origine dell’Olismo e delle discipline olistiche, senza volere essere esaustiva. Scopriamola assieme.
Dall’avvento della New Age, negli anni ’70, ed ancora, negli ultimi anni, queste discipline hanno avuto un vero e proprio boom. Sono considerate terapie pseudo-scientifiche che si rifanno ad ideologie del passato, attualizzandone le nozioni ai tempi moderni.
Eppure le discipline olistiche sono anche altro. Tra di esse troviamo metodi di guarigione o di meditazione che, dopo aver attraversato indenni i millenni, sono state riscoperte, a partire dal 1800, e portate in occidente, sconvolgendo la nostra routine materialistica.
Secondo i teorici olistici, infatti, le creature viventi non sono una sterile sommatoria delle loro singole parti, ma un qualcosa di diverso, potremmo affermare che sono “la somma delle loro parti + x”, dove x è sicuramente una grande incognita. Per comprendere meglio questa affermazione dobbiamo pensare all’essere umano.

Secondo voi, siamo la mera somma delle nostre parti o qualcosa di più?

Se così fosse, tutti saremmo in grado di creare dei piccoli Frankenstein per farci compagnia. No, io non credo di essere un mero assemblaggio di organi e sangue. Nel nostro complesso siamo qualcosa di più, ma cosa? Per capire di cosa stiamo parlando, è giusto spiegare che la parola olismo deriva dal greco ὅλος, si pronuncia hòlos, cioè “l’insieme del tutto”, “l’intero”. Jan Christiaan Smuts creò questo termine quasi cento anni fa (immaginavate di piu?!), assieme all’aggettivo olistico. Un uomo controverso questo Smuts. Mentre da un lato ideò e partecipò alla creazione della Società delle Nazioni, simbolo dell’unione tra i popoli, dall’altra rimase un suprematista bianco che sosteneva la segregazione razziale nel Sud Africa.

Smuts definì l’olismo come: «la tendenza, in natura, a formare interi che sono più grandi della somma delle parti, attraverso l’evoluzione creativa», ed usò il suo testo “Olismo ed Evoluzione” del 1926, per gettare le basi della sua teoria socio-politica. In esso auspicava che gli Stati creassero un organismo formato da nazioni, ma da esse indipendente, e come sappiamo, il suo sogno si concretizzò con la creazione dell’Organizzazione per le Nazioni Unite, l’ONU.
Con il tempo, tuttavia, i suoi scritti vennero reinterpretati ed adattati al moderno concetto di olismo, trasformando un concetto politico in una filosofia spirituale. Questo, diciamocelo, è stato possibile anche perchè Smuts, per giungere alle conclusione espresse nel suo libro, trasse nozioni e spunti dalle filosofie del passato.

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Le origini dell’olismo affondano le loro radici nell’antichità.

L’oriente e l’occidente sono sempre state due realtà profondamente diverse. Gli orientali sono molto introspettivi, meditativi e vincolati dall’onore, mentre gli occidentali, molto pratici, impetuosi e sempre in cerca di facili guadagni. Questa differenza si palesa anche nell’ambito medico.
La medicina orientale studia il paziente, perchè la malattia deriva dal suo modo di essere, quindi lo cura usando medicine che spingono il corpo e la mente a ritrovare l’equilibrio perduto. La medicina occidentale, al contrario, studia i sintomi del paziente, facendoli sparire il più velocemente possibile somministrandogli medicine che annullano il sintomo ma non la ragione del male. L’importante è che torni alla sua frenetica vita il prima possibile
In parole povere, alla medicina orientale interessa sapere perché tu – nella tua interezza – ti sia ammalato così possa guarire per sempre; a quella occidentale, invece, come mai il tuo corpo si è ammalato, così tu possa semplicemente guarire presto. Anche questo differente approccio alla malattia deriva dall’olismo.

Filosofie olistiche

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Le filosofie orientali, cinesi ed indiane vedono il mondo in maniera olistica fin dal 1300 a.C., e hanno basato la loro cultura, il loro modo di vivere e le loro religioni, su questa idea di universo. La Cina parte dalla filosofia Daoista, per approdare all’agopuntura ed al Feng Shui, mentre in India, abbiamo il massaggio ayurvedico, creato millenni prima dell’avvento del Buddha.

Gli occidentali, al contrario, hanno per secoli accantonato le idee olistiche che si riaffacciavano nella storia, perché poco pratiche e troppo astratte.

Abbiamo avuto il neoplatonismo, con il filosofo greco Plotino. Secondo lui, l’essere vivente non poteva considerarsi un mero assemblaggio di parti, perché se veniva spezzato, sarebbe morto, e se fosse stato ricomposto, non sarebbe di certo tornato in vita. C’è stato il Panteismo, con Giordano Bruno e Tommaso Campanella, ed, in tempi più recenti, Jung, con l’Inconscio Collettivo e la Sincronicità. L’inconscio collettivo era descritto come un luogo virtuale, ma concreto, dove veniva archiviato tutto ciò che i nostri antenati avevano appreso nel corso dei secoli, ed al quale ognuno di noi poteva sempre attingere, tramite il proprio inconscio. Insomma secondo questa tesi, tutti gli esseri umani sarebbero legati tra loro da una sorta di “mente alveare”.

Ed oggi?

Passando attraverso il movimento New Age, siamo approdati all’attuale, non esaustiva, definizione di olismo e delle discipline olistiche. L’olismo è quel principio filosofico secondo il quale l’uomo può raggiungere la felicità ed il benessere personale, attraverso la comprensione di sé, nella propria interezza, ovvero del corpo, della mente e dello spirito.

Le discipline olistiche, in poche parole, dovrebbero aiutare le persone a curare i propri malanni, sia mentali che fisici, non come farebbe la medicina tradizionale, curando solo il corpo o solo la mente, bensì attraverso un percorso globale che ci spinga verso l’autoguarigione. Non pensate a riti voodoo o a pozioni magiche. La maggior parte delle volte questi metodi si concretizzano mediante attività introspettive, che ci portano a conoscere noi stessi, nel profondo.

Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi”
Marcel Proust

Vi invito a conoscere queste discipline con occhi nuovi. Nella maggior parte dei casi, quando concludi uno di questi percorsi olistici, ti accorgi che nulla è più come prima: il presente ed il futuro sicuramente ti sembreranno diversi ma, ancora più importante, ti accorgerai che anche il passato è cambiato. Ti aiutano a liberarti dei sensi di colpa e di spiacevoli ricordi, scoprendo una serenità impensabile. Io, un viaggio l’ho già dovuto affrontare e non è stato facile passare indenne attraverso me stessa, eppure alla fine il risultato è stato sorprendente.

Invito, tuttavia, chi è scettico, come mio marito, molto concreto e pratico, a scoprire qualcosa di più di questo mondo spirituale, perchè potrebbe rimanerne affascinato.
Qualcuno di voi ha già provato qualche esperienza del genere? Fammi sapere com’è stata la tua avventura, così aiuterai anche altri a districarsi tra veri, e a volte falsi, guru.

Ciao

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