LA SCUOLA GRANDE DI SAN ROCCO E I SUOI SEGRETI
Mentre preparavo l’articolo sulla Scuola Grande di San Rocco (leggi l’articolo qui), sono incappata in una recente scoperta che riguarda misteri da poco svelati. A quanto pare, all’interno di alcuni quadri del Tintoretto, sarebbero stati celati messaggi segreti rivolti a pochi iniziati, nascosti in modo da non farsi scoprire dalla Santa Inquisizione.
Queste teorie sono tutte collegate alla figura di un insolito studioso francese di nome Guillaume Postel.
- Guillaume Postel
- I segreti nascosti nei teleri del Tintoretto
- Le opere del Ciclo della Vita della Madonna
GUILLAUME POSTEL
Postel fu un grande letterato francese del 1500. Fu studioso, astronomo, linguista, e chi più ne ha più ne metta.
Fin da giovane viaggiò in lungo ed il largo, specie in Oriente ed a Venezia. Parlava l’ebraico, il greco e l’arabo, e tradusse decine di libri rarissimi che recuperava in giro per il mondo.
Inizialmente lavorò come insegnante di matematica e lingue orientali presso il Collège Royal, ora Collège de France, fintanto che non venne travolto da una folgorante passione religiosa.
Cercò di unirsi alla Compagnia di Gesù, assieme a Ignazio di Loyola, ma ne fu subito scacciato.
La Madre del Mondo
Dio creò l’uomo a sua immagine;
a immagine di Dio lo creò;
maschio e femmina li creò
Genesi
La Bibbia
Nel tempo, conoscendo ed apprendendo le culture proprie delle più importanti religioni monoteiste del secolo, Postel elaborò la teoria della Concordia Universale, secondo la quale la venuta di Gesù aveva liberato solo in parte l’uomo dal peccato originale causato dall’errore di Adamo ed Eva. Profetizzò, quindi, la venuta di un secondo Messia donna, che avrebbe portato alla distruzione del male ed all’avvento di una società di pace e concordia globale.
La sua tesi nasceva dallo studio di testi cabalistici come il Sefer ha-Bahir (una delle prime opere letterarie sulla Cabala della fine del XII sec.).
Secondo questo testo della tradizione mistica ebraica, infatti, Dio era sia maschio che femmina, e veniva descritto come “La Madre del Mondo”.
Postel propendeva, quindi, per un’improbabile parità tra i sessi in un mondo dove avrebbe governato una donna. Una donna di nome Zuana, al secolo Giovanna Veronese che conobbe nel 1547.
Zuana, Giovanna Veronese
Io sono con voi sempre.
Io sono il Padre,
la Madre
ed il Figlio.
Il libro segreto di Giovanni
o “Apocrifo di Giovanni”
Postel la conobbe nell’Ospedale di San Giovanni e Paolo, (l’Ospedale dei Derelitti) a Venezia, dove faceva da cappellano, mentre Zuana era una delle pie donne che aiutavano i bisognosi.
Zuana si rivelò fonte di illuminazione e conoscenza innata, nonostante non sapesse né leggere né scrivere, comprendeva testi arcaici complessi. Grazie a lei, Postel conobbe ed approfondì gli studi sul Talmud, sullo Sefer haZohar e sul Beresith Rabba (la nostra Genesi).
La donna, inoltre, era una devota, una mistica dotata di grande spiritualità.
Giovanna lo nominò suo figlio spirituale proclamandolo l’Eraldo della Nuova Era. Da quel momento Postel si dedicherà esclusivamente a tradurre e portare al pubblico gli antichi testi che consolidavano le sue teorie.
L’Eraldo della Nuova Era
Dopo la morte di “Madre Giovanna”, Postel diede alle stampe due testi nei quali esplicava le sue profezie, dove trascrisse tutti i principi storici del misticismo internazionale, sia ortodossi che eterodossi, siano essi ebraici, cattolici o arabi.
Secondo la sua teoria, infine, Venezia doveva essere la capitale di questo nuovo regno, poiché per secoli aveva amministrato i suoi territori in modo illuminato.
Per ovvie ragioni, purtroppo per lui però, i suoi ultimi scritti furono considerati eretici anche dalla più buonista Inquisizione veneziana, che lo condannò a morte.
Folle, non stupido
Caso volle che la Santa Inquisizione di Roma finì, invece, per considerarlo semplicemente pazzo (non malus sed amens), salvando così tutte le sue opere scritte e tradotte precedentemente.
L’Inquisizione commutò la pena di morte in reclusione.
Dopo quattro anni riuscì a fuggire, approfittando di una rivolta scoppiata a Roma.
Ritiratosi in Francia, anche qui, in un momento di ritorno all’ortodossia cattolica, fu arrestato e messo agli arresti domiciliari nel Monastero di St. Martin-des-Champs a Parigi, dove morì nel 1581.
Qui fu tendenzialmente libero e rispettato, anche perché rimaneva, ad ogni modo, uno dei più grandi esperti della lingua e della cultura ebraica del secolo.
Scrissero di lui che “Fu accusato di follia, ma nessuno avrebbe mai potuto accusarlo di stupidità” e fu ricordato per secoli da studiosi di tutto il mondo.
I SEGRETI NASCOSTI NEI TELERI DEL TINTORETTO
Nelle opere del Tintoretto sono nascosti tanti richiami alle teorie dello studioso Guillaume Postel.
Di recente alcuni ricercatori hanno scoperto, infatti, l’esistenza di alcuni messaggi segreti nascosti tra le opere esposte nella Sala Terrena; opere che andrebbero lette attraverso due, se non tre, differenti interpretazioni.
Appare evidente che qualunque messaggio segreto sia stato oggi ritrovato in queste opere, non sia stato celato solo su volere del Tintoretto, ma che vi sia stato un accordo tra lui ed i suoi committenti.
Postel ed i veneziani
Ricordiamo che Postel visse per alcuni anni a Venezia facendo da Cappellano nell’Ospedale dei Derelitti, proprio vicino alla Scuola Grande di San Marco dove il Tintoretto a quell’epoca lavorava. Quindi è possibile che si fossero conosciuti.
I veneziani, invece, erano sicuramente a conoscenza delle sue teorie così rivoluzionarie, ed in parte sembra proprio che le dovettero anche abbracciare.
Postel, infatti, fu uno scrittore e traduttore molto noto e prolifero, frequentava stampatori e altri personaggi di spicco della Venezia patrizia, ed era molto conosciuto.
La vita di Postel a Venezia è poco nota eppure sulla facciata di un edificio veneziano, tra Campiello della Cason e Calle Muazzo, è stata ritrovata una targa di marmo: “A Guillaume Postel umanista francese qui tratto nel 1555 dall’Inquisizione”. Non si sa chi e quando fu posta in posa, ma solo il fatto che esista ci fa comprendere che un segno, nella Serenissima, l’aveva lasciato.
Protovangelo di Giacomo
Non voglio pensarti figlio di Dio,
ma figlio dell’uomo,
Fratello anche mio
Laudate hominen
Fabrizio De Andrè
Postel fu uno dei primi a tradurre e diffondere il Protovangelo di Giacomo.
Questo testo rientra tra i vangeli apocrifi e si occupa principalmente della vita di Maria e dell’infanzia di Gesù. Non è rientra tra i vangeli canonici perché da un lato mostra un Dio troppo umano e poco divino; dall’altro perché gli episodi narrati sono eccessivamente “miracolistici”, poco sobri e dottrinali. Eppure, alcuni episodi sono stati pacificamente acquisiti dalla nostra cultura cattolica a prescindere da qualsiasi valutazione ecclesiastica (La presentazione della Vergine al Tempio; la nascita di Gesù in una stalla con il bue e l’asinello; ecc.)
Postel e Fabrizio De Andrè
I rapporti con la famiglia, dunque,
soprattutto con Giuseppe,
non sono facili.
Gesù usa spesso questa formula:
“Io ho solo un padre in cielo e nessuna madre
e solo una madre in Terra e nessun padre.
La Buona Novella
Fabrizio De André
Il Protovangelo di Giacomo è noto, ai nostri giorni, perché fu utilizzato da Fabrizio de André per scrivere i brani contenuti nell’opera teatrale/musicale “La Buona Novella”.
Un esempio nella parte che precede il brano “L’Infanzia di Maria”:
Affinché non si contamini,
non le fanno toccare il terreno
e fino all’età di tre anni
la nutrono solamente con latte materno.
Giunta alla soglia dello svezzamento,
decidono finalmente
di portarla al Tempio di Gerusalemme.
Qui per la prima volta la appoggiano al suolo,
un suolo consacrato.
E accade un altro piccolo miracolo:
la piccola levita,
innalzandosi fino alla soglia del Tempio.
Si tratta di uno dei pochi miracoli che riguardano Maria.
Maria è pura tra le pure:
non assume cibo come le altre,
ma viene nutrita quotidianamente da un angelo.
La Buona Novella
Fabrizio De André
Ebbene, tutta la Sala Terrena della Scuola Grande di San Rocco, riprende gli eventi narrati nel Protovangelo di Giacomo.
LE OPERE DEL CICLO DELLA VITA DELLA MADONNA
Gli studiosi delle opere contenute nella Scuola Grande hanno praticamente scoperto una sorta di percorso iniziatico a cui erano ammessi solo i confratelli della Congrega di San Rocco. Messaggi nascosti per non essere perseguiti dalla Santa Inquisizione.
L’Adorazione dei Magi
Ti suggerisco, se sei interessato alla loro interpretazione, di leggere il libro della studiosa Valentina Sapienza, che ha sviscerato ogni aspetto della questione e che qui, solo superficialmente, accennerò.
Una particolare attenzione meritano alcune opere, tra cui l’Adorazione dei Magi.
1.L’Adorazione dei Magi.
L’episodio dei vangeli qui non è rappresentato nella maniera canonica ma secondo la descrizione fornita dal protovangelo di Giacomo. Secondo questo testo, infatti, la Madonna sarebbe rimasta Vergine anche dopo la nascita di Gesù, poiché il bambino sarebbe nato, non attraverso il parto, ma a seguito di un miracolo: una nuvola misteriosa lo trasportò fuori dalla donna per deporglielo in grembo, mentre in cielo brillava la stella cometa. In basso a destra troviamo San Giuseppe (con un’aureola appena accennata) e l’allevatrice appena giunta, così come racconta il protovangelo;
2. Il consolidamento dei rapporti di pace tra Venezia e la Turchia.
Venezia veniva rifornita di grano dalla Turchia, ma visti i rapporti tesi imputabili agli scontri religiosi, vi erano spesso delle gravi carestie. Fu grazie una lunghissima trattativa, che i rapporti economici e gli scambi commerciali tra Venezia e Turchia ripresero attivamente. Per celebrare questo evento, nel quadro, a destra, è raffigurato un turco, riconoscibile dalle vesti, che sta raccogliendo un sacco di farina (le riserve di grano trasformate in farina, il simbolo della beneficienza della confraternita ed anche della eucarestia), stringendo una corda che rappresenta la raggiunta conciliazione. Di fronte a Gesù, sul soppalco, troviamo uno dei Magi inginocchiato, con la corona deposta per terra di fronte a lui. Il Mago è vestito con abiti dogali, e raffigure la Serenissima che poggia la sua corona di fronte al Signore, per ringraziarlo dell’accordo stipulato;
3.Le dottrine di Postel.
Nell’opera, inginocchiato di fronte a Gesù, più in basso, sul pavimento, troviamo un uomo con una lunga barba bianca, vestito come un pellegrino. Ha, infatti, un retino pieno di quelle conchiglie che i pellegrini usavano per bere acqua durante il percorso, un bastone appoggiato di fronte a lui e, sul fondo, un piccolo cagnolino. Quest’uomo altri non è che Postel, identificato da altri suoi ritratti, che nel quadro incarna San Rocco (un pellegrino i cui simboli sono il bastone ed il cagnolino). Di fronte a Gesù, sul soppalco, c’è il Mago/doge che rappresenta (ancora) il Governo della Repubblica veneziana, ma in questa interpretazione il significato è, tuttavia, differente. La Serenissima era definita da Postel il “Principatus perfecti idea”, ovvero l’unico Governo al mondo che aveva dimostrato, nei secoli, il vero amore per il pubblico bene. Da ciò conseguiva che l’opera caritatevole di Zuana, il nuovo Messia, si poteva concretizzare solo grazie al Governo illuminato dei veneziani. Con questo quadro il Tintoretto e la confraternita auspicavano l’avvento del nuovo Messia, del nuovo Mondo della Concordia Universale ipotizzato da Postel, lì a Venezia.
Ma questo non è l’unico telero da cui trarre messaggi iniziatici.
La Santa in Meditazione e la Santa in Lettura
Ci sono due teleri, in fondo alla sala, che, secondo alcuni, rappresenterebbero Santa Maria Maddalena (che non è la famosa prostituta – visto che non si chiama neanche Maddalena – ma la sorella di Lazzaro, il resuscitato) e Santa Maria Egiziaca; una in meditazione e l’altra intenta nella lettura.
Ma in realtà nulla ci permette di collegare le donne ritratte alle due sante, anzi.
In primis, le due opere appartengono ad un ciclo mariano, quindi non possono che essere due rappresentazioni della Vergine Maria.
Le due donne sono identiche, vestite e pettinate in maniera eguale, riprese solo da due angolazioni differenti. Entrambe le opere si compongono di quattro elementi fondamentali: una donna, un fiume, un albero ed un libro: il Sefer haZohar, da cui è tratta la mistica storia dei due alberi.
Anche qui il Tintoretto ha celato, dietro ad una normale rappresentazione, ben altro.
“La Palma da datteri” e “l’Albero della Vita”
Le dottrine di Postel si nascondono dietro alla rappresentazione degli alberi.
Nel Paradiso Terrestre, oltre all’Albero della conoscenza del Bene e del Male da cui Adamo ed Eva trassero la famosa mela, ne esistevano altri due.
Il primo era l’Albero della Vita. Nei testi ebraici è rappresentato come un albero a rovescio, con le radici che salgono verso l’alto ed i rami verso il basso, perché la creazione e la conoscenza di Dio non possono che svilupparsi al contrario, dall’alto verso il basso. Così descritto nello Zohar, un albero simile esiste nella realtà ed è il Baniano, un tipo di ficus che cresce al contrario.
Ebbene l’Albero della vita lo ritroviamo qui, in uno dei due teleri del Tintoretto, ovviamente in maniera meno accentuata poiché un albero con radici all’insù avrebbe dato troppo nell’occhio. E’ bastato far fuoriuscire le radici dal terreno in piena evidenza.
Il secondo è la Palma da datteri, riconoscibile nella seconda opera.
Questo è un albero che può essere sia di sesso maschile che femminile. E’ un albero che non può riprodursi se non ha vicino un albero di sesso opposto. Non produce i frutti attraverso l’inseminazione o l’impollinazione, ma attraverso le talee. Gli alberi devono essere per forza vicini per fecondarsi. Mai nessun albero poteva meglio rappresentare, per il proseguo della vita, la necessaria presenza di entrambe i sessi ma in posizione paritaria, uno di fronte all’altro.
L’universo non può esistere senza l’equilibrio tra le due entità femminile e maschile. Nessuno dei due può riprodursi senza l’altro, e non si può redimere l’umanità senza l’avvento di un Messia donna: quella rappresentata nei dipinti.
Altre opere
Nel ciclo mariano tante sono le opere nelle quali si celano le teorie di Postel e del Protovangelo di Giacomo, come “L’Ascensione della Vergine”, “L’Annunciazione” o “La strage degli innocenti”.
Ma i misteri non finiscono qui, infatti parrebbe che il Tintoretto abbia utilizzato la tecnica a più livelli interpretativi, anche per le opere disposte sul soffitto della Sala Capitolare. Ma qui la lettura è più di difficile comprensione.
La prima interpretazione è sempre quella classica, ovvero la narrazione di storie del Vecchio Testamento ma, scavando più a fondo, possiamo ritrovare alcune teorie di Postel.
Questa volta, tuttavia, legate al percorso cabalistico nascosto nell’Albero delle Sephirot.
Le Sephirot, potremmo dire semplicisticamente, sono le modalità con le quali Dio si rivela e con le quali crea tutto ciò che è nell’universo, sia fisico che metafisico.
Insomma, il percorso iniziatico è lungo. Questo è un assaggio, poi sta a voi, se vi va, scoprire dove porta.
Quando potrai, quindi, ti invito a visitare questo posto, così, forse, scoprirai anche tu qualche altro messaggio nascosto!
Se vuoi comunque saperne di più sulla Scuola Grande leggi anche il mio articolo qui.
Bye Bye
Bibliografia
“Gender, Kabbalah and the Reformation. The Mystical Theology of Guillaume Postel (1510-1581)” Y. Petry, Brill
“I cabbalisti cristiani del Rinascimento”, F. Secret, Arkeios
“Guillaume Postel e l’idea di Venezia come la magistratura più perfetta”, M.L. Kuntz
“Il libro della divina ordinatione” G.Postel
“Venezia insolita e segreta, Guida di Viaggio”, T. Jonglez, P. Zoffoli, JonGlez.